E’ stato presentato il 9 giugno al governo Conte , il cosiddetto Piano Colao, un dossier di 121 pagine e innumerevoli schede con iniziative e soluzioni per far ripartire la nostra Italia.

In sintesi il piano di Vittorio Colao

Una task force dedicata, tante ore spese per elaborare “Iniziative per il rilancio 2020-2022”, interventi  pensati per le imprese, il lavoro, le infrastrutture e l’ambiente, l’istruzione, il turismo, la pubblica amministrazione, le famiglie…

Insomma un bellissimo libro fantasy che nella teoria potrebbe davvero generare un cambiamento, uno sviluppo, una società più inclusiva e equa, ma che nella pratica si dissolve in una trama fatta di burocrazia e inadempienze.  E Come spesso accade al popolo restano tante domande e sempre troppe poche risposte. Da parte del governo e forse in particolare nel premier Conte, c’è stato un disamoramento nei confronti del lavoro fatto dalla taskforce di Colao. Nessuna conferenza stampa congiunta e quasi immediatamente il rifugio verso gli Stati generali.

Gli Stati generali

Storicamente l’idea degli Stati Generali nasce in Francia nel XIV secolo. Ed erano formati dall’assemblea generale dei rappresentanti di clero, nobiltà e “terzo Stato”, la borghesia. Furono convocati per la prima volta dal re Filippo il Bello il 10 aprile 1302 nella chiesa di Notre-Dame a Parigi.  L’ultima convocazione si ebbe nel 1789, quando furono trasformati in una Assemblea nazionale costituente.

A riprendere questa forma di incontro è il governo che dal 13 giugno al 21 giugno convoca gli Stati Generali dell’economia. In pratica non sapendo cosa fare per raddrizzare le sorti del paese post Covid-19, si organizzano degli incontri con tutti i player possibili.

Lunedì 15 giugno dovrebbe parlare Vittorio Colao esponendo in particolare tre proposte: rilancio delle infrastrutture e alta velocità, dossier semplificazione e incentivi per gli investimenti.

 Di redazioneSparklingRocks