Vi sono diversi studi e approfondimenti che raccontano (ad esempio un recente rapporto pubblicato dallo Stockholm Environment Institute) come gli aumenti dei prezzi delle materie prime, che hanno tempestato il mercato della produzione nella seconda parte del 2021, non scenderanno nel 2022 anzi, secondo lo stesso, ci aspettano decenni di estrema incertezza.
All’agenzia giornalistica AGI, Gianclaudio Torlizzi, direttore generale della societa’ di consulenza finanziaria T-Commodity, traccia un quadro su quello che sta avvenendo sul fronte dei prezzi delle commodity, in particolare dei prezzi del metallo che al momento hanno registrato tra i rincari maggiori.
All’origine, il rialzo dei prezzi è stato causato soprattutto dagli stimoli fiscali e monetari implementai con lo scoppio della pandemia. Da marzo 2020 ad oggi sono stati mossi oltre 30 mila miliardi di dollari a livello mondiale tra stimoli fiscali e monetari”, ragiona l’analista, una montagna di denaro sul mercato che ha sì sostenuto l’economia, ma ha anche causato un cambio negli acquisti: “Il lockdown ha dato una spinta determinante all’acquisto di beni durevoli, con una forte componente di materie prime”, spiega Torlizzi.
“C’è stata una corsa all’acquisto di elettrodomestici, di smartphone, computer e tablet per lavorare da remoto. Si tratta di prodotti che hanno molte parti metalliche e sono pieni di semiconduttori. Ma da circa 10 anni sul lato della produzione si è investito poco, quindi a fronte di una domanda crescente l’offerta si è trovata impreparata, si sono creati colli di bottiglia per arrivare alla situazione attuale”. E la previsione dell’analista è che l’attuale fase rialzista dei prezzi è destinata a continuare: “Sui metalli durera’ almeno altri tre anni. E potrebbe accelerare nel prossimo futuro”.
Quello sui metalli è un tema importante, ma occorre non sottovalutare altre aree di uguale importanza. Nel prossimo futuro l’agricoltura sarà uno dei settori più esposti ai cambiamenti climatici, suscettibili di rischi sia per avvenimenti riconducibili a singoli eventi meteorologici estremi, sia per possibili cambiamenti a lungo termine nei modelli climatici. Nel mondo i danni causati dall’estremizzazione del clima sono stati quantificati, dagli assicuratori a 175miliardi.
Che cosa fare
In un contesto globale divenuto instabile per opera di pandemie, guerre e repentini e non prevedibili cambiamenti climatici, i termini come prezzo fisso non sono più utilizzabili. Le materie prime che si basano su questo modello di business vengono abbandonati (si pensi a tutto il settore energy). Occorre investire di più in tecnologia e competenze. Un pensiero, forse banale ma per le imprese è opportuno riflettere su come adeguare il proprio business ai nuovi scenari.
Sempre di più è necessario implementare piattaforme capaci di dialogare con i mercati in continuo movimento. L’approvvigionamento di materie prime che si tratti di gas o metalli deve realizzarsi attraverso tool dotati di AI e modelli in grado di interpretare oggettivamente il contesto economico.
Di redazioneSparklingRocks