L’Intelligenza artificiale e la letteratura
Per parlare di intelligenza artificiale e letteratura, l’occasione è propizia con l’imminente evento dell’8-12 settembre a Mantova. Durante il FestivaLetteratura verrà creata una installazione dal titolo La pesca poetica: partendo dalle informazioni fornite dalle boe del Cnr che galleggiano nelle acque intorno alla città, l’Intelligenza Artificiale ricombina 30 mila versi della tradizione letteraria italiana, tra ottocento e novecento.
Come funziona
Il progetto – racconta il designer AI Matteo Loglio – nasce con l’idea di dare voce anche a oggetti inanimati: la trans-intelligenza, ovvero l’intelligenza che non è solo umana o animale, ma è anche quella degli oggetti. Nei laghi ci sono molte boe del Cnr che quotidianamente raccolgono molti dati su parametri diversi. Di queste informazioni solo alcune vengono considerate: l’ora, la temperatura dell’acqua etc. I dati vengono passati all’Intelligenza Artificiale che è stata “allenata” con un corpus di poesie.
Ad esempio quando le boe raccolgono come informazione una temperatura bassa dell’acqua, l’AI scrive una poesia sul freddo al mattino. Per iniziare la creazione vi sono alcune parole-seme che avviano il processo. Una temperatura bassa attiva parole come “gelo”, “freddo” e da qui l’AI inizia il suo lavoro di creazione.
L’algoritmo ci può salvare dalla variabilità del giudizio umano: il “rumore”
Daniel kahneman ha vinto il Nobel per l’Economia in relazione ai suoi studi sui processi decisionali e dopo Pensieri lenti e veloci, pubblica un nuovo libro, Rumore. L’autore indica con rumore l’errore nei giudizi umani dovuti alla loro variabilità, al fatto che nessuno pensa in modo identico ad un altro. Questo tipo di errore o rumore l’abbiamo provato recentemente con la pandemia. I governi e gli esperti che si sono confrontati con un problema comune (il Covid-19) spesso hanno fornito interpretazioni diverse dei medesimi fatti. E di conseguenza l’informazione scaturita e prodotta è risultata spesso incoerente, infondata.
Da queste considerazioni, il passo verso una superiorità dell’algoritmo è breve.
L’aspetto innovativo del testo di Kahneman è quello di rovesciare l’idea dominante che gli umani siano e saranno sempre migliori delle intelligenze artificiali. Dice l’autore: “Se gli algoritmi sono forniti di informazioni sufficienti, produrranno giudizi più accurati di quelli umani. Il motivo è che un algoritmo a cui viene presentato lo stesso problema due volte, fornirà la stessa risposta. Senza rumore.
Quando Deep Blue ha sconfitto Kasparov a scacchi, Kasparov ha detto che la combinazione migliore sarebbe stata quella tra macchina ed essere umano, con l’essere umano a prendere la decisione finale. Si sbagliava. E’ chiaro ormai che i computer non hanno alcun bisogno dell’umano”. (fonte: La lettura)
Di redazioneSparklingRocks