E’ stato presentato  all’interno dello spazio Kilometro Rosso, il 1° Rapporto Innovazione Italia 2021 di Assoconsult, curato dal Centro Studi Confindustria con il prezioso supporto di ISTAT.

La crisi economica che ci ha colpiti nell’ultimo biennio è solo la più recente di numerose sfide che le aziende italiane si sono trovate ad affrontare negli ultimi 15 anni. Il susseguirsi dei numerosi ostacoli, però, ha anche portato molte imprese a intraprendere importanti programmi di innovazione e trasformazione che ne hanno aumentato notevolmente la resilienza e la competitività.

In tutta Europa esiste un problema di scarsa penetrazione delle tecnologie digitali (non solo quelle 4.0), ma l’Italia ha recuperato il suo divario con la media europea. Ad esempio, tra le imprese di grandi dimensioni, il gap di digitalizzazione è stato colmato (38% vs. 37%)”, così racconta Livio Romano Romano del Centro Studi Confindustria. Il Rapporto Assoconsult mostra innanzitutto come il sistema produttivo italiano si caratterizzi per una buona propensione ad investire in innovazione. Poco più della metà delle imprese italiane (53%) sono innovatrici, con un’intensità molto elevata nell’utilizzo della leva degli investimenti in macchinari e attrezzature, ossia in capitale tangibile. Di contro vi è un ricorso più limitato alle diverse tipologie di asset intangibili, e in particolare degli investimenti in ricerca e sviluppo, nei software e nelle licenze per l’analisi dei dati, nel rinnovamento delle competenze dei lavoratori.

Complessivamente il Rapporto evidenzia come il sistema produttivo italiano necessita di un cambio di passo nel disegnare percorsi evolutivi più articolati, che sappiano affiancare al tradizionale canale di investimento in beni tangibili una maggiore valorizzazione di quelli intangibili. Per farlo è imprescindibile aumentare la qualità delle competenze tecniche e manageriali detenute dalle imprese del nostro Paese. Di fronte alle sfide epocali del nostro tempo è fondamentale che le imprese italiane mantengano, come accaduto storicamente, un’alta propensione all’investimento in innovazione.

All’orizzonte lo sviluppo di nuovi mondi

Il metaverso è abitato da 350 milioni di persone e sono 43 i mondi digitali esistenti. “Siamo ancora in una fase iniziale di sviluppo di questi mondi, ma le aziende più innovative stanno già sperimentando come relazionarsi con i consumatori in questi luoghi immersivi”, spiega Vincenzo Cosenza esperto di tecnologia.

La mappa considera gli universi digitali dedicati al mondo consumer, dividendo i mondi virtuali in base alla tecnologia di accesso (browser/app e dispositivi per la realtà virtuale) e quella tecnologia di funzionamento dell’economia interna del metaverso (blockchain o meno). Al momento il gruppo più nutrito è quello in cui i mondi virtuali sono accessibili più facilmente, attraverso un browser o scaricando un’app per desktop o dispositivo mobile. Comprende una grande varietà di soluzioni, anche quelle di molti anni fa, come Active Worlds e Second Life. Qui dentro ci sono anche applicazioni pensate per i più piccoli come Gaia Online, Woozworld, Avakin Life, Roblox, Minecraft. Inoltre, trovano posto anche dei giochi che hanno una componente di socialità come Fortnite.

Di redazioneSparklingRocks