Nonostante le vacanze alle mascherine e le spiagge recintate, negli italiani aumenta il pensiero positivo e il clima di fiducia. A dirlo sono i dati dell’Istat sottolineando che tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori, il clima economico registra l’aumento più marcato passando da 85,9 a 90,1. Per le imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori seppur con intensità diverse.

In particolare, nell’industria l’indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 85,3 a 86,1 e nelle costruzioni aumenta da 129,7 a 132,6. Nel commercio al dettaglio l’indice aumenta da 86,7 a 94.

Per i consumatori migliorano anche gli indici del clima corrente e futuro passando, rispettivamente, da 97,3 di luglio a 98,1 di agosto per il corrente e da 104,3 a 105,3per il futuro mentre la componente personale diminuisce lievemente (da 105,2 a 104,9). Per quanto riguarda le imprese il comparto dei servizi evidenzia una dinamica positiva decisamente più marcata: nei servizi di mercato (l’indice sale da 66 a 74,7) . Nell’industria manifatturiera migliorano i giudizi sugli ordini mentre le attese di produzione sono in calo. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo rispetto al mese scorso. Per le costruzioni, l’aumento dell’indice è trainato da un deciso miglioramento delle attese sull’occupazione presso l’impresa, mentre i giudizi sugli ordini si deteriorano. Nel commercio al dettaglio l’indice di fiducia è passato dall’86,7 di luglio al 94 di agosto.

Come cambiano i mestieri

Uniocamere ha effettuato una interessante analisi su come si sono modificati, negli ultimi 5 anni alcuni mestieri. Il settore degli artigiani conta circa 1,3 milioni di piccole imprese che tra 2015-2020 ha perso circa 80mila unità. Nel panorama italiano una rilevante crescita si deve ai servizi alla persona il cui aumento esponenziale si deve in gran parte ai tatuatori e agli addetti al piercing (passati da 2.150 di giugno 2015 a oltre 5mila di giugno 2020), ma anche agli incrementi notevoli delle attività di robivecchi (da 151 a 754), di organizzatori di feste e cerimonie (da poco più di mille a 1.700) e di quanti si occupano di cura degli animali (toelettatori, addestratori, dog sitting ecc., che erano meno di 2mila nel 2015, oggi sono quasi 2.700)”.

La ricerca registra un “balzo in avanti” anche per gli addetti alle pulizie, aumentati di 5.600 unità in 5 anni, per i giardinieri (+3.200) e per i parrucchieri ed estetisti: 2.344 le imprese in più nel periodo. Mentre “alcune difficoltà emergono al contrario nel mondo artigiano legato al settore dell’edilizia e delle costruzioni. In 5 anni si sono perse oltre 18.500 imprese del settore delle costruzioni di edifici residenziali e non residenziali, circa 3.600 attività di piastrellisti ed imbianchini, 3.300 di muratori specializzati nella finitura degli edifici. Sono inoltre 12mila in meno le attività dei ‘padroncini’ legate al trasporto su strada, quasi 5.500 gli elettricisti in meno e circa 4.500 i meccanici per autoveicoli oggi non più attivi”.

Di redazioneSparklingRocks