Nel 2020 sarà importante avere “nel cassetto” un green bond da emettere.
La più grande emissione nel 2019 è stata il Green Bond da 6 miliardi di euro dei Paesi Bassi, volto a supportare diverse tipologie di progetti, tra cui anche soluzioni mirate a minimizzare gli effetti del cambiamento climatico, come barriere di protezione da esondazioni ed alluvioni fuori dalla norma. Un’altra emissione Green da segnalare è quella da circa 3 miliardi di dollari proposta da Noor Energy che, ad oggi, rappresenta la più grande mai emessa in un Paese nell’area del Medio Oriente.
Se consideriamo lo scenario delle società pubbliche la maggior emissione di Green bond del 2019 è stata lanciata da E.ON, per un corrispettivo di 1.5 miliardi di euro. La società investirà in contatori smart e progetti di energia rinnovabile che contribuiranno al raggiungimento del target del 40% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, fissato per il 2020.
Se nell’anno da poco terminato, le emissioni hanno fatto registrare il massimo ammontare di tutti i tempi, poco più di 250 miliardi di dollari, a questo ritmo gli analisti stimano per i prossimi 12 mesi la possibilità di superare i 350 miliardi di dollari, dato che poterebbe le emissioni Green a rappresentare il 5% delle obbligazioni globali.
Quali sono le novità?
I green bond sono nati come strumento per raccogliere capitali a favore di specifiche attività pro-clima, tuttavia escludono il finanziamento di attività volte a ridurre l’impronta ambientale di business inquinanti.
Per sopperire a questa mancanza, i Transition bond finanziano progetti volti a ridurre l’impatto ambientale della compagnia che ha emesso l’obbligazione. Entrambe le tipologie di strumenti, richiedono all’emittente di assegnare i fondi reperiti sul mercato a specifici progetti e di pubblicare una documentazione che delinei in maniera trasparente il relativo utilizzo.
A completamento del quadro, sono nati i sustainability-linked bond che non presentano specifiche clausole di utilizzo dei capitali ma si pongono chiari target sociali e/o ambientali, al raggiungimento dei quali è legato il costo del finanziamento.
Dalle piramidi ai green bond
Il ministro delle finanze Mohammed Maait ha annunciato che l’Egitto emetterà la sua prima obbligazione verde entro la fine dell’anno fiscale corrente, cioè al 30 giugno prossimo. Il green bond servirà ad attirare capitali stranieri, necessari per abbassare il costo del suo debito pubblico, che ha superato il 90% del pil e che incide sul bilancio per il 10% del pil tramite gli interessi, assorbendo circa un terzo dell’intera spesa pubblica. Il Cairo si è impegnato negli anni passati a varare una serie di riforme economiche, in cambio di un prestito da 12 miliardi del Fondo Monetario Internazionale.
Di redazioneSparklingRocks