La piattaforma Ener2Crowd.com è una novità non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, con attese -entro il prossimo biennio- ben superiori rispetto ai volumi del crowdfunding immobiliare.

Che cos’è Ener2Crowd.com

In tutto il mondo il movimento che vuole fermare il cambiamento climatico a salvaguardia del Pianeta è guidato dai più giovani. Ma in Italia invece di protestare e scendere in piazza, gli “juniores” preferiscono la via della concretezza: i giovani imprenditori sentono di poter fare la differenza nelle scelte che possono influenzare pesantemente il destino del pianeta e scendono in campo con progetti solidi e consistenti.
L’ultimo esempio è rappresentato da una start-up 100% italiana di nome Ener2Crowd, che rivoluziona il mondo degli investimenti nella sostenibilità ambientale ed energetica.

Destinata a sostenere la crescita del «lending» grazie ai progetti proposti al «crowd», ovvero a tutti i cittadini che potranno così diventare dei «greenvestor», Ener2Crowd avanza una previsione di investimenti per circa un milione di euro nei prossimi 5 mesi, da novembre 2019 a marzo 2020, su una pipeline totale di circa 5 milioni di euro prevista entro la fine del prossimo anno. Per poi quintuplicarsi entro il primo biennio.

Il primissimo progetto in piattaforma consente di registrarsi ed investire anche solo 150 euro, vedendosi eccezionalmente garantito un +1% con cui i fondatori di Ener2Crowd hanno deciso di premiare i primi 500 «greenvestor». Il rendimento annuale lordo diventa così del 6,5%.

Fondatori della piattaforma sono 4 imprenditori classe 1983 3 1992 che attraverso le loro idee, competenze e creatività vogliono essere parte del cambiamento.

Il primo progetto

Sul sito Ener2Crowd, il primo attore protagonista dell’iniziativa è «Samso SpA», l’Energy Service Company specializzata nella consulenza a 360 gradi per tutte le imprese che ricercano la migliore efficienza energetica ed attiva a livello nazionale nella gestione tecnica e finanziaria di investimenti in ambito energetico. Il progetto, tecnologicamente stabile e dalle performance prevedibili, ha per obiettivo la realizzazione di un impianto di illuminazione a LED con contratto di «servizio energia» presso una società leader mondiale nella produzione di batterie, della durata di 8 anni, che si concluderà con l’acquisto finale dei beni, associando per i primi 500 investitori un rendimento del 6,5% lordo annuo per 4 anni.

Il concetto di Start up secondo Enel

Fame, umiltà e propensione al rischio: sono alcune delle caratteristiche che hanno portato Enel a divenire una delle best practice mondiali in fatto di open innovation. «Per aprire la porta ad altre aziende e start up e contaminare l’innovazione interna non si può pensare di essere i migliori e poter fare tutto da soli — racconta Ernesto Ciorra, Direttore funzione Innova-bility. Oggi chi non innova, chiude. Infine è fondamentale sapere che cambiando, innovando si può sbagliare e accettare il rischio di fallimento di alcuni progetti». Oggi a insegnare il caso Enel sono alcune delle maggiori business school del mondo: da Berkeley con articoli del padre dell’open innovation Henry Chesbrough alla spagnola Esade, fino alla London Business School. Fino ad ora Enel ha fatto scouting su 6.600 start up in tutto il mondo e con più di 250 ha avviato progetti di successo: «Cinquanta oggi lavorano con noi in tutto il mondo e 17 di queste sono italiane. Sette, grazie al nostro supporto, valgono più di 100 milioni». Un approccio, quello di Enel, che non mira ad “incubare” le imprese innovative, ma a dare loro gli strumenti per crescere grazie a un network di venture capitai nel mondo.

Di redazioneSparklingRocks