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Solo qualche settimana fa (5 ottobre) Nexi firmava l’accordo per siglare il “matrimonio” con Sia. Nel mentre si preparavano le azioni per concludere l’operazione con la danese Nets. Dall’unione nascerebbe un colosso dei pagamenti capace di tenere testa al leader europeo Worldline, che ha appena rilevato la rivale francese Ingenico.

Nexi, quindi punterebbe ora ad una nuova aggregazione per un valore stimato pari a 10 miliardi di euro. La nuova società, se vedrà la luce, dovrebbe contare su Cdp Equity come primo azionista al 25% mentre i fondi di private equity Bain Capital, Advent e Clessidra (Mercury) dovrebbero detenere il 23% del capitale.
L’operazione dovrebbe prevedere, secondo l’articolo di Giuliana Ferraino, una scambio di azioni con impegni di lock up di lungo termine, senza accedere ad ulteriore indebitamento. Le sinergie industriali tra le due realtà ad oggi si stimerebbero intorno ai 150 milioni di euro.

Nets che, sulla base di dati pubblici nel 2019 avrebbe dimensioni simili a Sia, con ricavi per circa 747 milioni di euro e un margine lordo al netto delle componenti straordinarie di  circa 295 milioni, è posseduta dai fondi di private equity Hellman e Fridman oltre a Bain ed Advent, gli stessi soci, insieme a Clessidra, che attraverso Mercury  controllano un 20% circa di Nexi. Il gruppo danese ha chiuso il 2019 con poco meno di un miliardo di ricavi, e 04 miliardi di margine lordo.

L’attuazione della potenziale integrazione – si legge in una nota – resta in ogni caso condizionata, tra gli altri, alla sottoscrizione di accordi vincolanti fra le parti entro il termine del periodo di esclusiva, oltre che alle necessarie approvazioni degli organi societari competenti nonché alle autorizzazioni di carattere legislativo e regolamentare. Nexi fornirà adeguata informativa al mercato con modalità e tempistiche prescritte dalla normativa vigente. Al momento a Piazza Affari il titolo Nexi segna una flessione di oltre il 4% a 12,54 euro.

Di redazioneSparklingRocks