Pioggia che cade, vita che scorre
Cani randagi, cammelli e re magi
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato…

Con l’arrivo della pandemia, ormai quasi un anno fa, sono cambiate le abitudini lavorative, il modo di relazionarsi con gli altri e il modo di parlare: se prima dovevamo verificare l’agenda per accettare un impegno, adesso verifichiamo se non abbiamo call.

Strumenti come Teams o Zoom sono diventati fondamentali per portare avanti il business e le relazioni. Sono nate anche patologie “strane” come ad esempio la sindrome da sfondo. Le persone vanno in ansia cercando di impostare lo sfondo migliore per una call con videocamera, per fare una buona impressione, oppure semplicemente perché dietro alla sedia non vogliono far vedere lo stendino con la propria biancheria, immobile ad asciugare.

Insieme a questi importanti dilemmi ci sono anche questioni serie che riguardano la tutela della salute del lavoratore da casa che, con l’espansione del lavoro agile a causa dell’emergenza covid, si trova molto spesso a lavorare di più e ad essere sottoposto ad un forte stress.

Risoluzione UE del 21 gennaio 2021

La Risoluzione UE riconosce il diritto fondamentale alla disconnessione per il lavoratore in smart working. Secondo i dati raccolti dall’indagine congiunta della ILO (International Labour Organization) e della Eurofound (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) che disegnano un quadro preoccupante.

I lavoratori che lavorano abitualmente in smart working, infatti, lavorano di più rispetto a chi lavora in sede, dormono di meno e sono sottoposti ad un forte carico di stress.

Spesso succede che chi lavora da casa ha il doppio delle probabilità, rispetto a chi svolge la propria attività in un ufficio, di lavorare oltre le 48 ore settimanali massime previste e di riposare meno delle 11 ore previste fra un giorno lavorativo e l’altro.

E ancora, quasi il 30% degli smart worker dichiara di lavorare nel proprio tempo libero tutti i giorni o più volte alla settimana, a fronte del 5% dei lavoratori in sede.

Tutto ciò, evidenzia il Parlamento Europeo, ha un indubbio impatto negativo sulla salute e sicurezza sul lavoro e sull’equilibrio tra attività professionale e vita privata.

La proposta legislativa in discussione al Parlamento Europeo richiede una legge comunitaria che garantisca ai lavoratori il diritto alla disconnessione digitale senza incorrere in ripercussioni negative da parte dei datori di lavoro.

E con questo è tutto. Log out!

Di redazioneSparklingRocks