La migrazione è uno dei fattori importanti di questa strana epoca. Insieme ai popoli e alle persone, migrano le esperienze. Il vissuto si sposta sempre di più dal fisico al digitale in una ricerca e direzione in cui assistiamo in modo crescente al fenomeno della smaterializzazione dell’hardware. L’ oggetto fisico si sgretola e lascia il posto a un nuovo concetto di accesso, l’idea della proprietà non esiste più.
The sharing economy, the gig economy, the engagement economy, the entrepreneur economy, nell’ultimo decennio, gli analisti del business hanno esteso il termine “economia” per quasi tutti i fenomeni degni di nota che guidano il modo in cui le persone fanno business. Ma nessuno è stato più ampiamente utilizzato, né ha avuto un impatto maggiore, rispetto all’economia dell’abbonamento o Subscription economy
Questo modello di business ha dimostrato in modo così dirompente che ora ogni settore deve riflettere e ripensare il suo modello di vendita. Basta guardare Blockbuster – o meglio, ricordarsi dove un tempo si ergeva blu e giallo un’enorme negozio con l’insegna a osservare dall’alto il via vai degli appassionati di film, mentre oggi quel cartellone descrive una nuova serie originale prodotta da Netflix.
Cos’è un Subscription Model?
Un modello di abbonamento sposta la nozione di consumismo dalla proprietà e verso l’accesso. Perché possedere qualcosa che vuoi usare solo occasionalmente? Non sarebbe meglio avere accesso a quel bene o servizio, e beni o servizi come questo, a un tasso mensile fisso? Non solo otterrai una varietà maggiore di quella che potresti altrimenti, ma puoi anche optare per l’ingresso e l’uscita a tuo piacimento.
L’economia dell’ accesso
La subscription economy ha cominciato ad andare forte sul mercato dei software, grazie alle enormi innovazioni portate dal sistema dei cloud. Il software è sempre meno qualcosa che si installa sul proprio computer e sempre più un servizio che viene erogato via Web. I privati o le aziende pagano una tariffa mensile o annuale, e il fornitore offre il servizio (e tutti i suoi aggiornamenti) in rete. Oggi non vi sono solo i classici modelli Spotify o Netflix, ma le innovazioni più curiose si possono trovare in ogni settore.
Un sito chiamato Manpacks offre questo innovativo servizio in abbonamento – si paga una quota annuale, e in cambio si ricevono regolarmente via posta pacchi di biancheria nuova. Tra gli altri prodotti, Manpacks consegna piccoli strumenti di cosmesi (esclusivamente maschile: rasoio, deodorante eccetera).
In California, ad esempio, ci si può abbonare al servizio Surf Air, che con una quota mensile di 1650 dollari permette di spostarsi quante volte si vuole, via aereo, in California. E visto che ormai in aereo si paga tutto, compresi chili extra di bagaglio e spazio in più per le gambe, compagnie come la United Airlines permettono ai frequent flyer di non pagare più questi servizi volo per volo ma di sottoscrivere un abbonamento per poterne godere ad ogni viaggio.
L’economia in abbonamento può essere utile anche per imporre servizi che non hanno ancora grande diffusione sul mercato, come il Car-fi, ovvero il wi-fi da usare in macchina. La startup Auto-net è uno dei primi clienti che si è lanciato con servizi subscription. Il Car-fi è destinato alle aziende, che vogliono che i dipendenti siano sempre collegati, via cloud, alla Rete e al sistema operativo centrale, per poter avere accesso a file, documenti e applicazioni condivise. Ma può essere utile anche per le famiglie. Con 9,95 dollari al mese, ad esempio, lo si può installare sull’auto di un figlio, per sapere sempre dove si trova e poter verificare la correttezza del suo stile di guida.
E’ fondamentale riconoscere il cambiamento in atto, il comportamento dei clienti assume forme e logiche sempre diverse, in continuo mutamento e occorre cambiare, senza rifugiarsi in un modello economico superato.
Di redazioneSparklingRocks